|
L'Editoriale
|
3 giugno 2011 Lettera aperta
Ormai è diventata una consuetudine: la locandina dei giornale che riporta una rapina in farmacia. Episodi che si ripetono a cadenze regolari. Le farmacie negli ultimi anni sono prese di mira e vittime di tutta una serie di reati che rendono il lavoro sempre più difficile. Nella nostra provincia non sono avvenuti episodi drammatici come in altre parti d’Italia; ma la farmacia, come più volte sostenuto, è un presidio sulla strada e per le sue caratteristiche molto sensibile e fragile. Vittima di piccoli furti e/o truffe che vengono spesso vissute con tristezza e magari non entrano nelle statistiche dei reati, ma danno, a chi li subisce, una sensazione di insicurezza e disagio. Personalmente ogni volta che sento queste notizie ricordo quello che ho passato sei anni fa, quando un balordo mi ha puntato la pistola alla tempia. Nell’ultimo mese ho vissuto alcune situazioni che ho segnalato e che hanno visto protagonisti altri colleghi della provincia: - la donna che con la scusa di provare una pancera ha tentato di rubare banconote nel retro; - lo spaccio di banconote da 50,00 e 100,00 €, una volta con esito favorevole; - il signore distinto che chiede il nolo di un aerosol, e visto che sono nel retro, approfitta per mettere le mani nel cassetto e prelevare alcune banconote; - uno o due episodi di taccheggio, con il prelievo di prodotti ad alto costo ; - il furto di iPad nell’auto chiusa parcheggiata davanti alla farmacia. So per certo che sono in buona compagnia e so per certo che questi episodi non sono stati denunciati alle forze di Polizia per una sorta di rassegnazione e convinzione che sia inutile, perché si ha la sensazione che in certi ambienti siano visti con fastidio in quanto modificano i parametri della qualità della vita. Chiediamo pertanto la vicinanza delle Istituzioni almeno in termini di prevenzione.
Romeo Salvi, Presidente Ordine dei Farmacisti di Pesaro e Urbino
|
|
|
 |
Archivio |
|
|