30 maggio 2017 Sanità e media
La tristissima
fine del bimbo di 7 anni di Cagli in provincia di Pesaro e Urbino, morto all’Ospedale
di Ancona e a cui va il nostro commosso ricordo, è diventata, per tanti motivi,
una delle notizie più importanti di questo periodo.
Il fatto che io
sia il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Pesaro e Urbino e che conosca
il medico omeopata al centro della vicenda, ha autorizzato i media nazionali e
locali a contattarmi, insieme a tanti altri, con insistenti telefonate sul mio
cellulare e con intrusioni anche nella mia vita privata di troupe televisive in
maniera aggressiva e scomposta (mi hanno riferito che i miei recapiti, spero in
buona fede, siano stati suggeriti da un “collega
anonimo”).
Ho sperimentato cosa
significhi linciaggio mediatico e scorrettezza di un certo tipo di informazione,
nonostante abbia cercato di spiegare che in medicina, per tutte le discipline,
gli operatori sanitari devono rispettare in libertà, secondo scienza e
coscienza, le regole dettate dal legislatore e codificate dalle norme.
Tutto il resto
sono chiacchiere, con giudizi sommari e con visioni scandalistiche che servono come morbosa materia per professionisti dello spettacolo.
Ho detto, e ne
sono convinto, anche per il ruolo istituzionale che ricopro e per esperienza, che
certi argomenti delicati devono essere trattati, secondo procedure codificate, a bocce ferme, in maniera rigorosa, senza il
condizionamento dell’emotività, nel rispetto dei propri ruoli, dalla
magistratura a tutte le istituzioni preposte.
Romeo Salvi, Presidente Ordine dei Farmacisti di
Pesaro e Urbino
|