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30 maggio 2005 Generici: prosegue il dibattito La nota di Farmindustria
''Marchio? Si', grazie''. Cosi' Farmindustria ribatte alla proposta del presidente dell'Antitrust, Antonio Catricala', di prescrivere il principio attivo per i farmaci di fascia C, anziche' il nome commerciale. In un articolo apparso oggi sul quotidiano economico Il Sole 24 ore, il presidente dell'associazione che rappresenta gli industriali del farmaco, Federico Nazzari, contesta il suggerimento dell'Antitrust, sottolineando la necessita' di fare chiarezza sul significato del marchio dei farmaci. ''L'ipotesi di obbligare i medici a prescrivere sulla ricetta solo il principio attivo - scrive Nazzari - non ha solo implicazioni commerciali e sanitarie ma anche ricadute negative sulla ricerca farmaceutica''. Secondo Farmindustria il marchio, la 'griffe', rappresenta ''una molla allo sviluppo della ricerca'', un ''valore non solo per il paziente ma anche per le imprese''. Due gli aspetti chiave da tenere presenti secondo Nazzari: ''la garanzia di poter realmente competere sul mercato, a parita' di condizioni col generico, e l'incoraggiamento all'avvio di nuove ricerche''. Farmindustria fa notare come il processo della ricerca sui farmaci, ''i cui costi sono sostenuti in massima parte dalle aziende'', sia lungo e costos non meno di 12 anni, fino a 800 milioni di euro di investimento per una molecola su 10 mila che diventa farmaco. Salvaguardia del marchio, per Farmindustria, ''non solo perche' e' un diritto di proprieta' industriale in se', ma perche' va lasciata al medico la facolta' di prescriverlo, se ritiene che rappresenti una maggiore garanzia di qualita' per il paziente''. A poco valgono i confronti con l'estero, sottolinea infine Farmindustria: ''sarebbe opportuno e serio - precisa Nazzari - analizzare il quadro d'insieme di questi Paesi, livelli di prezzi, margini di guadagno per le farmacie, piante organiche. Usare come esempio 'pezzettini' di altri sistemi scelti ad arte, a sostegno delle proprie tesi - conclude - e' troppo comodo''.
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