10 aprile 2006 Confcooperative: "No a chi concepisce il farmaco come bene di consumo" Incontro con Federfarma
Confcooperative e Federfarma dicono «no a chi concepisce il farmaco come bene di consumo». È quanto emerge dall’incontro tenutosi a Palazzo Alicorni tra una delegazione di Confcooperative guidata dal presidente Luigi Marino e l’altra di Federfarma guidata dal presidente Giorgio Siri. ‘Il progetto di portare i farmaci sugli scaffali della grande distribuzione – dicono Marino e Siri – risponde a una logica di diversificazione dei prodotti nei supermercati perché negli ultimi 3 anni, nella G.D.O. si è registrato un oggettivo e pesante calo dei consumi che non è stato ancora recuperato. Non riteniamo giusto però – aggiungono i due presidenti – che per ridurre questo gap si possa assimilare il farmaco ai carburanti, ai libri, alle piante, ai fiori. Questi, infatti, sono beni di consumo di cui si vogliono comunque incrementare le vendite, il farmaco, invece, – ribadiscono Marino e Siri – è un prodotto per la salute di cui ogni abuso e’ molto dannoso’. ‘Non a caso il legislatore ha stabilito che chi vende i farmaci non può produrli e viceversa. In questo modo – continuano Marino e Siri – è stato posto al di sopra di tutto la tutela della salute del cittadino che non può essere ricondotta a nessuna logica secondo la quale il farmaco diventa bene di consumo’. Nelle farmacie entrano tre milioni di cittadini al giorno e un milione di essi ne esce senza pagare nulla per i farmaci e i servizi ottenuti. Un ruolo importante – rimarcano i due presidenti – quello esercitato dalle farmacie che non solo sono inserite in un rigoroso sistema di controlli a tutela della salute del cittadino, ma sono presenti in modo capillare sul territorio nazionale, con una grande ampiezza di orari, che permette ai cittadini di trovare sempre una farmacia aperta. Questi fattori rendono il servizio delle farmacie professionale e di alta qualità tanto da non renderlo confrontabile con nessuna attività commerciale. Marino e Siri hanno, infine, evidenziato la ‘preziosa funzione svolta dalle cooperative di farmacie nella distribuzione dei farmaci, settore nel quale rappresentano il 30% circa dell’intero mercato nazionale con punte particolarmente rilevanti in Puglia, Lazio, Marche, Sardegna, Umbria e Lombardia’.
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