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25 maggio 2006 Indagine Istat Il rapporto annuale riguarda anche la sanità
Non accenna a diminuire il fenomeno della mobilita' ospedaliera, soprattutto dalle regioni meridionali verso quelle del Nord. E nella maggior parte dei casi, alla base della scelta di 'migrare' per farsi curare vi e' la mancanza di centri adeguati nella propria regione, specie nel settore dei trapianti. A fotografare il fenomeno e' l'Istat, nel Rapporto annuale 2005. Tra il 1999 e i 2003, sottolinea infatti l'Istat, la mobilita' ospedaliera interregionale non diminuisce: la percentuale di dimissione di residenti ricoverati in un'altra regione passa dal 6,7% al 7,1%. Cosi', nel 2003 quasi 600.000 ricoveri, il 7% del totale di quelli ordinari per acuti, sono avvenuti in una regione diversa da quella di residenza del paziente. Le cause di questi 'viaggi'? Possono essere varie: ''La mobilita' - spiega l'Istat - puo' essere analizzata secondo due componenti: una 'fisiologica', dovuta alla prossimita' di strutture ospedaliere in una regione limitrofa o per la temporanea presenza in un luogo diverso da quello di residenza (per lavoro, turismo ecc.) e una motivata da fattori sanitari''. E quest'ultima, si legge nel Rapporto, ''puo' essere espressione sia di un'offerta non adeguata di strutture, sia di un'insoddisfazione del cittadino verso la qualita' dei servizi erogati dalla specifica regione, sia infine dalla necessita' di rivolgersi a centri specializzati per determinate patologie''. Le regioni che hanno flussi in uscita piu' consistenti di quelli in entrata sono quelle del Mezzogiorno (a eccezione di Abruzzo e Molise) e fra queste, le regioni con una percentuale d'emigrazione superiore alla media sono Campania, Basilicata e Calabria. La maggior parte delle regioni del nord e del centro, invece, hanno al contrario flussi di entrata piu' consistenti di quelli in uscita e sono, quindi, ''regioni d'attrazione''. La mobilita' di lunga distanza, rileva l'Istat, riguarda in particolare i residenti nelle regioni Puglia, Calabria, Sicilia, e Sardegna verso la Lombardia e l'Emilia Romagna. Cosi', in Lombardia ben 134.000 ricoveri riguardano non residenti e nell'Emilia Romagna circa 80.000. Quanto ai tipi di interventi per cui la mobilita' e' particolarmente elevata, al primo posto ci sono i trapianti. Altri settori ad elevata mobilita' riguardano gli interventi per malattie endocrine e nutrizionali, le biopsie del sistema del sistema muscoloscheletrico, gli interventi per obesita', le ustioni e le terapie riabilitative per dipendenze da alcol e farmaci.
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