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15 luglio 2006 Troppe ecografie e pochi corsi pre-parto. Pronto il diegno di legge su diritti di neonato e partoriente.
ROMA - Troppe ecografie e visite per la donna in gravidanza, ma anche poche informazioni per vivere con piena consapevolezza la gravidanza, il parto e il puerperio. E' quanto messo in evidenza dalla relazione illustrativa del disegno di legge 'Norme per la tutela dei diritti della partoriente e la promozione del parto fisiologico e la salvaguardia della salute del neonato'. Stando al documento, in Italia nel biennio 2004-2005 il numero medio di ecografie effettuate dalle donne in gravidanza e' stato 5,5 e il 29% delle donne ha fatto 7 o piu' ecografie, mentre il protocollo del Ministero della Salute ne raccomanda solo 3. Dati questi in contrasto a quelli relativi alla percentuale di donne che ha frequentato un corso pre-part soltanto il 30%, con forti differenze per area geografica e livello di istruzione. Per quanto riguarda quest'ultimo, colpisce che le donne a maggior rischio di non frequentare i corsi siano quelle meno istruite, in fasce d'eta' estreme, che risiedono nelle regioni meridionali, quelle che hanno avuto gia' figli e le casalinghe. Inducono a riflettere, come lo stesso ministro della Salute ha osservato presentando il disegno di legge, anche le stime che si riferiscono al numero dei parti di cesarei in Italia: se da una parte, infatti, questi sono in costante aumento (dal 29,9% nel biennio 1999-2000 al 35,2% del 2004-2005), dall'altra, il rischio di mortalita' materna per cesareo e' stato valutato da 2 a 4 volte superiore rispetto al parto vaginale. Da notare, inoltre, alcune differenze territoriali: le regioni meridionali e insulari del Paese presentano dati peggiori di quelle centrali e settentrionali per quanto concerne il ricorso al parto cesareo e all'anestesia generale, il tasso di mortalita' neonatale e infantile, il basso peso alla nascita, il ricorso all'allattamento al seno. Nel biennio 2004-2005 il 23,4% delle donne nell'Italia meridionale e il 21,8% nell'Italia insulare ha dichiarato di non aver partecipato a un corso di preparazione al parto perche' non organizzato dalle strutture di riferimento o non accessibile. Il 45,9% delle donne nell'Italia meridionale e il 42,8% in quella insulare ha dichiarato di essere stata sola al momento del parto perche' la struttura non permetteva la presenza di altre persone. |
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