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16 gennaio 2007 Farmaci e breille Le nuove disposizioni del 2007
Tutti i farmaci distribuiti in Italia che non hanno il proprio nome impresso sulla confezione con caratteri 'Breille' dal 1 gennaio 2007 sarebbero fuori legge. Gia', sarebbero, perche' ora e' all'esame della Camera un decreto del governo presentato il 28 dicembre scorso che per evitare ''l'ingiustificata distruzione di beni di interesse sociale'' come i farmaci, propone una soluzione di compromesso. Il provvedimento, ora all'esame della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, prevede infatti che ''fino alla loro scadenza'' i medicinali 'fuori legge' siano venduti ''a persone che non hanno necessita' di utilizzare i caratteri Breille''. E, al tempo stesso, ''fa obbligo alle aziende produttrici di rifornire sollecitamente, su richiesta, confezioni con denominazioni in Braille a farmacie e punti vendita che ne risultino completamente sforniti''. Il che, tradotto, significa che un non vedente che vuole avere un farmaco con la scritta 'braille' deve farne esplicita richiesta alla sua farmacia che, a sua volta, deve farne esplicita richiesta alla casa farmaceutica. Con tempi, si ipotizza, non brevissimi. Visto anche che le case farmaceutiche sono circa due anni che devono adeguarsi alle direttive della prima legge, quella che le obbliga a scrivere con metodo braille il nome del farmaco sulla confezione, e non lo fanno. Nella legge n. 149 infatti il primo termine indicato era il 31 dicembre 2005, poi prorogato al 31 dicembre 2006. Ora, fermo restando il divieto per le aziende produttrici di immettere nuovi farmaci senza scritta per i non vedenti, per i medicinali gia' in commercio il decreto propone una sorta di 'sanatoria': fino a che non scadranno non potranno essere ritirati dal commercio.
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