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13 febbraio 2007 Terapia del dolore Un "anticorpo sintetico" è stato messo a punto dall'Istituto di neuroscienze del Cnr
Un 'anticorpo sintetico' contro il dolore e' stato messo a punto dall'Istituto di neuroscienze del Cnr, in collaborazione con l'EBRI-European Brain Research Institute e con la societa' biotecnologica Lay Line Genomics. Lo studio, pubblicato dalla rivista Pnas della National Academy of Science americana, ha dimostrato che la proteina messa a punto blocca in modo selettivo l'azione della proteina NGF (Nerve Growth Factor), il fattore di crescita nervoso scoperto dal Premio Nobel Rita Levi Montalcini, interrompendo la serie di reazioni cellulari che portano al dolore. ''I test sugli animali dell'Mnac13, questo il nome dell'anticorpo monoclonale, hanno dato ottimi risultati sia sul dolore infiammatorio che su quello neuropatico senza manifestare effetti collaterali - spiega Flaminia Pavone dell'Istituto di neuroscienze - il prossimo passo saranno i test clinici. Se saranno altrettanto positivi entro qualche anno potremmo avere gia' i primi farmaci''. L'azione degli anticorpi monoclonali, cioe' sintetizzati in laboratorio, e' simile a quella degli anticorpi naturalmente presenti nell'organismo, cioe' il 'sequestro' di molecole, che per i secondi sono agenti infettanti esterni. ''Nel nostro caso - continua Pavone - l'obiettivo dell'anticorpo e' la NGF. L'unione di questa proteina con il suo recettore genera una serie di reazioni che portano alla percezione del dolore. Il nostro anticorpo lega il recettore, e gli impedisce di legarsi al fattore di crescita''. I test effettuati hanno dimostrato che l'anticorpo e' in grado di indurre un innalzamento della soglia di sensibilita' al dolore in un modello di sofferenza legata alle infiammazioni, simile al dolore postoperatorio, e un durevole effetto analgesico anche sul dolore neuropatico, caratteristico di numerose neuropatie cliniche come la neuropatia posterpetica e diabetica. Inoltre, Mnac13 agisce sinergicamente con altri farmaci analgesici, gli oppiacei, potenziandone gli effetti. ''Il che permetterebbe di aumentarne l'efficacia - precisa la ricercatrice del CNR - riducendone contemporaneamente gli effetti collaterali''.
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