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3 maggio 2007 Cecità: una rivoluzionaria terapia genetica Gli studi condotti dall'ospedale oftalmologico Moorfields di Londra
Un ospedale britannico sta tentando per la priva volta nella storia della medicina di curare la cecita' con una rivoluzionaria terapia genetica. Un'equipe di chirurgi dell'ospedale oftalmologico Moorfields di Londra ha inserito in un occhio di un paziente, Robert Johnson, alcuni geni che, sono convinti aiutera' il giovane a recuperare appieno l'uso della vista. Johnson, 23 anni, e' affetto da un raro disturbo degenerativo, l'amaurosi congenita di Leber (Lca), ed e' uno dei dieci pazienti selezionati per applicare per la prima volta questa terapia. Finora il ragazzo riesce a vedere durante il giorno solo delle sagome e di notte ancora meno ma i medici sono convinti che presto potra' recuperare l'uso dei suoi occhi. Ci vorranno pero' mesi prima di poter verificare il successo di questo nuovo metodo. La Lca e' causato da un difetto nel gene Rpe65 che impedisce alle cellule della retina di funzionare a dovere. Durante l'operazione i chirurghi hanno inserito dei geni prodotti in laboratorio dell'Rpe65 nella parte posteriore dell'occhio di Johnson utilizzando come vettore un virus inoffensivo che le trasportera' fino alla retina curando il difetto. La terapia e' stata messa a punto dal professor Robin Ali, un ricercatore dell'Istituto di Oftalmologia, che ha lavorato per gli ultimi 15 anni assieme ai suoi colleghi per sviluppare questa nuova tecnica. Dopo essere risultata efficace applicata ai cani, Ali ha deciso di utilizzarla anche nei confronti degli esseri umani. ''Non so ancora come mi sento. Continuo a passare da un estremo nervosismo ad uno stato di grande eccitazione'', ha commentato Ali alla Bbc. ''E' molto incoraggiante che possiamo inserire i geni in un luogo particolarmente sensibile dell'occhio senza alcuna complicazione'', ha commentato James Bainbridge, il chirurgo che ha condotto l'operazione.
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